Lucca. Edilizia: un settore dimenticato

“E’ recente la notizia che il mondo delle imprese, nella nostra provincia, registra segnali di ripresa, stando ai dati forniti dalla consueta indagine della Camera di Commercio che evidenziano anche un aumento delle unità produttive.

Purtroppo, pur rallegrandoci per quanto emerso, teniamo a precisare che per il settore dell’edilizia non si intravede alcun segnale di ripresa, seppur lieve, sul quale fondare il ritorno a condizioni minime di normalità del comparto.

Lo testimonia il panorama delle realtà aziendali del settore in provincia che è a dir poco devastato; oggi, come ieri, assistiamo impotenti alla sparizione di aziende storiche che impoverisce il tessuto industriale ed economico di un comparto sempre più in stato di emergenza.

Un segnale incontrovertibile proviene dall’analisi dei dati della Cassa edile lucchese che oltre a continuare a registrare diminuzioni di imprese e operai (negli ultimi 5 anni soltanto in provincia sono sparite oltre 400 imprese e più di 2000 lavoratori ) rileva fenomeni sempre più allarmanti di abusivismo delle regole contrattuali che, presumibilmente, corrispondono ad una nuova , pesantissima ondata di lavoro sommerso nel settore che anni di faticosa politica sulla regolarità contributiva aveva cercato di contenere.

Nonostante un’economia locale che sembra, seppur faticosamente, tornare a crescere, duole constatare con amarezza, come abbiamo ripetuto più volte in questi anni, che, invece quello dell’edilizia è un settore che sembra non avere futuro, abbandonato, che non è più considerato né difeso da nessuno se non dalle associazioni di categoria: non dalla normativa, sempre più complicata e alienante che non premia il merito e la professionalità degli operatori ma permette un mercato senza controllo, basato su sistemi di qualificazione e certificazione sostanzialmente accessibili a chiunque; non dal sistema creditizio, ancora incapace di creare un virtuoso e più maturo rapporto con le imprese, per sostenere le iniziative aziendali e gli investimenti necessari a sostenere le timide richieste del mercato; non dalle Amministrazioni Pubbliche, a cui spetterebbe, tra l’altro, il compito di salvaguardare l’occupazione e il benessere economico del proprio territorio, ma che invece contribuiscono a incentivare un sistema fallimentare a scapito della qualità del lavoro e della serietà di imprese e professionisti. Più volte abbiamo contestato i bandi che continuano ad ignorare il Prezzario regionale o si affidano a sistemi di aggiudicazione illegittimi che prevedono il sorteggio indiscriminato delle imprese, perché sostanzialmente si rinuncia a quel ruolo di selezione consapevole e efficace che compete all’amministratore accorto. Tali condotte, contribuiscono a peggiorare lo stato di un settore, dove si lavora sottocosto in un continuo gioco al massacro: è’ impensabile per le nostre imprese partecipare a gare di appalto in cui non è possibile spendere le caratteristiche di affidabilità, capacità e di struttura del concorrente, alla stregua di una lotteria.

Oggi le aziende che ancora resistono hanno capito che l’unica difesa è quella che possono organizzare loro stesse, senza aspettarsi qualcosa da nessuno. La scelta di unirsi in Ance Toscana Nord, che tra poche settimane eleggerà il suo primo Presidente, è stata dettata soprattutto dalla consapevolezza che bisogna unirsi per riaffermare con ancora maggiore forza le necessità e la dignità di un comparto che, siamo convinti, attraverso il tipico ruolo di effetto volano del mercato interno, può ancora fare la differenza in questo Paese.”

 

Ance Toscana Nord