«Edilizia, settore vivo Ma occhio alle scelte» - Il consigliere Ance Toscana Nord e presidente Cassa edile Domenico Strati fa un'analisi a 360 gradi del settore

C'è ancora lavoro nel settore dell'edilizia?

Risponde Domenico Strati (nella foto), consigliere di Ance Toscana Nord e presidente della Cassa Edile di Pistoia.

L'edilizia è uno dei settori più colpito dalla crisi del Paese. Quali le ragioni?

«I motivi sono molteplici, a iniziare dal fatto che il nostro Paese non ha voluto o saputo investire in infrastrutture pubbliche (cosa che in altre nazioni è valsa a invertire la tendenza negativa dell'intera loro economia) e che l'edilizia privata, a sua volta, impone che chi compie ristrutturazioni importanti, o nuove edificazioni, abbia risorse da spendere o credito dal sistema bancario. Buon polmone sono i piccoli lavori».

Quindi, ha ancora senso invitare i giovani a rivolgersi al mercato delle costruzioni per trovare un'occupazione?

«I numeri che posso documentare, ovvero quello delle imprese iscritte alla Cassa Edile di Pistoia, dimostrano che il settore non è morto: si parla di 569 aziende, che danno lavoro a 2.284 operai; i quali, a loro volta, hanno lavorato, nel periodo ottobre 2018-ottobre 2019 2.021.374 ore. A queste cifre vanno aggiunti l'artigianato che non ha dipendenti o aderisce a casse diverse dal Cep, le imprese individuali e l'indotto».

Eppure, il settore soffre di un deficit di reputazione; soprattutto, sono molti gli infortuni, anche gravi e mortali, sui cantieri. Il muratore è un mestiere più pericoloso degli altri?

«E' innegabile che il lavoro è duro: e richiede un'attenzione e degli accorgimenti maggiori rispetto ad altri comparti. Quindi chi decide di impegnarsi in edilizia deve sapere alcune cose».

Prego...

«La disciplina cantieristica relativa alla sicurezza del lavoro è una vera e propria normativa, che le imprese sono tenute ad adottare: chi non lo fa si porta automaticamente fuori dal campo della legalità, mettendo a rischio la salute dei lavoratori e alterando il mercato. Non è un caso se la maggior parte degli incidenti si verificano in cantieri irregolari».

Come sistema associativo, avete mezzi a sostegno della sicurezza sui posti di lavoro?

«Ance, l'associazione delle imprese edili afferente a Confindustria, proprio perché consapevole dell'incidentalità della professione, ha creato un sistema mutualistico di assistenza fin dal lontano 1961. La Cassa Edile di Pistoia, organismo paritetico gestito insieme ai sindacati di settore, ha creato, attraverso la Scuola edile, un sistema formativo rivolto al settore: da ottobre 2018 sono state formate 425 persone, nei corsi di primo soccorso, responsabile lavoratori sulla sicurezza, formazione per addetto in primo ingresso, addetto macchine movimento terra e carrello escavatore; sono stati fatti corsi antincendi e relativi aggiornamenti. Il Comitato paritetico territoriale affianca imprese e lavoratori per sensibilizzarli al rispetto delle condizioni di sicurezza, igiene e prevenzione infortuni. In un anno sono state effettuate 110 visite, e coinvolti 261 lavoratori».

Quindi?

«Per chi vuol lavorare nell'edilizia 'sana' c'è ancora posto ma invito a non sentire le sirene di chi ti chiama per fare 'lavoretti alla buona'; non si scherza con la vita!»