Formazione, ancoraggi e consapevolezza le parole chiave per la sicurezza in edilizia: intervento del vicepresidente di ANCE Toscana Nord Alessandro Cafissi

"Cordoglio e profondo dispiacere: queste le prime, spontanee reazioni di fronte all'incidente mortale accaduto a Galciana. Fa male pensare a una vita spezzata e al dolore di familiari e amici di un uomo che è morto mentre faceva il suo lavoro.
 
Ma dopo il momento dell'emotività deve venire anche la riflessione, perché la sicurezza è un tema di primaria importanza. E non solo per noi che operiamo in edilizia ma anche per impiantisti, installatori, manutentori, per tutte quelle figure che sono esposte al rischio più grave e ricorrente: cadere da edifici, ponteggi, scale. Come si può evitare che la lista dei lutti si allunghi? Le parole chiave sono due: formazione ancoraggi, più una terza che è alla base di tutto, cioè la consapevolezza.
 
Formazione perché bisogna che chiunque operi in questi settori sappia cosa fare per minimizzare i rischi attraverso dispositivi e procedure di sicurezza. Se si tratta di lavoratori dipendenti è responsabilità dei datori di lavoro provvedere alla formazione, cosa che non sempre viene fatta perché troppe sono le imprese irregolari. In caso di lavoratori autonomi o comunque titolari  di impresa, poi, gli obblighi stessi in merito alla formazione sono meno stringenti, ma non per questo dovrebbero essere trascurati. La Scuola edile organizza corsi specifici per gestire questi rischi ed è aperta anche a operatori non strettamente edili; le associazioni di categoria fanno anch'esse la loro parte in proprio, oltre che attraverso la Scuola edile stessa.
 
Ma anche ancoraggi e linee vita sono fondamentali. Tutti gli immobili dovrebbero esserne dotati, invece nella maggior parte dei casi si è costretti ancora ad operare su tetti che ne sono privi. 
 
Su questi problemi occorrono consapevolezza responsabilizzazione di tutti: datori di lavoro, lavoratori dipendenti e autonomi e anche le istituzioni stesse, chiamate a vigilare ma anche a sanare situazioni che generano pericolo. Perché non pensare, ad esempio, ad incentivi per dotare di linee vita e ancoraggi le coperture degli edifici sia civili che produttivi? Sarebbe un investimento, non una spesa."
 
In Foto Alessandro Cafissi, vicepresidente di ANCE Toscana Nord